Said Gafurov, esperto dell’Istituto russo di orientalistica ed africanistica applicata, è del parere che in primo luogo va analizzata l’ipotesi più verosimile su questi atti terroristici:
Più probabilmente, si tratta di problemi interni della Turchia o, più precisamente, di conflitti interni – sia interetnici che interreligiosi – tra comunità turche. Soprattutto se si tiene conto che ad Iskanderun, situata sul confine turco-siriano, una metà della popolazione è araba, vi sono molti curdi, c’è anche popolazione turkmena. Esistono problemi tribali ed anche quelli tra diversi strati di alaviti e il governo sunnita. All’inizio Erdogan diceva di riservarsi il diritto a qualsiasi reazione, intendendo certamente la Siria, ma adesso ha cambiato drasticamente il tono. È ovvio che i servizi speciali gli abbiamo riferito che i siriani non c’entrano. Temo che possano seguire atti terroristici di risposta. Allora la situazione in Turchia potrà essere destabilizzata, come succede in Iraq e in Pakistan.
Se considerare le esplosioni come pretesto per un intervento delle truppe turche in Siria, Ankara non ha grande bisogno di tale pretesto, ritiene Said Gafurov. I turchi non rischieranno di iniziare una guerra senza disporre di un appoggio assoluto da parte della NATO. Tale appoggio serve ai turchi in quanto nella stessa Turchia la situazione militare e politica è complessa. Ma Andres Fogh Rasmussen, segretario generale della NATO, ha detto che senza le sanzioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU il Blocco nordatlantico non intraprenderà nessuna azione contro la Siria. I militari turchi sono persone troppo serie e ragionevoli per ammettere un’invasione della Siria da parte di un esercito nelle cui retrovie può scoppiare un’insurrezione.
Nondimeno il conflito siriano può dilagarsi oltre il confine. Ma non sarà una guerra tra Siria e Turchia come stati. In Turchia può sorgere un conflitto intercomunitario, e questa minaccia è del tutto reale, è convinto l’esperto.
http://italian.ruvr.ru/2013_05_15/Esplos